Come riportato da Amnesty International e dalla prestigiosa rivista Science, uno scienziato turco è stato condannato a 15 mesi di carcere per aver pubblicato uno studio che mette in relazione l’alto tasso di inquinamento del suolo e delle acque nella Turchia occidentale con l’anormale incidenza di patologie oncologiche nella stessa area.
Bülent Şık, un tempo direttore del Food Safety and Agricultural Research Center dell’Università di Akdeniz, ha infatti pubblicato ad aprile 2018 quattro articoli per un quotidiano locale, nei quali rendeva pubblici i dati relativi a una serie di analisi ambientali condotte dal suo gruppo di ricerca.
La ricerca, “Project on Assessment of Environmental Factors in the Provinces of Kocaeli, Antalya, Tekirdağ, Edirne, Kırklareli and Their Impacts on Health“, era stata richiesta al Prof. Şık proprio dal Ministero della Salute che, avendo notato il preoccupante picco anomalo di neoplasie nell’area, aveva ipotizzato ci potesse essere dietro un problema di esposizione a sostanze tossiche. Per esempio, nella città di Dilovasi – provincia di Kocaeli – il cancro è responsabile del 32% delle morti, contro una media del 12.5% nel resto del mondo e del 13% della Turchia.
Le analisi, condotte a partire dal 2011 e che sono terminate solo nel 2015, avevano rivelato una contaminazione sia del suolo che delle acque, che contenevano concentrazioni fuori norma di diversi inquinanti, tra i quali metalli pesanti, pesticidi e idrocarburi aromatici policiclici.
Nonostante questi dati fossero stati immediatamente comunicati al ministero già nel 2015, lo scandalo era rimasto confinato nei palazzi senza essere reso pubblico e senza che alcun provvedimento fosse preso per salvaguardare la salute dei cittadini. Bülent Şık, fratello del dissidente Ahmet Şık, ha deciso di rendere i dati pubblici dopo tre anni di completa inazione da parte delle autorità competenti, trovando spazio tra le colonne del quotidiano Cumhuriyet, tra i pochi ancora non assoggettati al regime di Erdogan e per questo soggetto a numerose azioni intimidatorie (tra le quali l’arresto del suo direttore e di altri giornalisti per aver pubblicato degli articoli su uno scandalo dei servizi segreti turchi).
Lo scienziato, che era già stato licenziato nel 2016 per aver firmato un appello per la pace, è stato arrestato con l’accusa di aver rivelato informazioni coperte da segreto di stato.
Il suo avvocato Can Atalay ha dichiarato durante il processo che
“Bülent Şık fulfilled his duty as a citizen and a scientist and he used his right to freedom of expression”
La condanna è arrivata il 26 settembre, dopo un processo che ha visto coinvolti in sua difesa anche gli attivisti di Article 19, un’organizzazione internazionale che si batte per la libertà di espressione, e anche membri di Giornalisti Senza Frontiere erano presenti in aula.
Per approfondire:
http://bianet.org/english/health/213609-bulent-sik-sentenced-to-1-year-3-months-in-prison
https://www.dw.com/en/turkey-censorship-fogging-up-pollution-researchers-work/a-50455457