In questi giorni di freddo intenso ha nevicato un po’ in tutta Italia. Come tutti gli anni, insieme alla neve sono arrivati anche tutti i complotti ad essa dedicati, che spaziano dalla neve che non si scioglie, alla neve acida fino alla famosa neve chimica. Cosa è la neve chimica? Per gli amanti delle trame segrete e del NWO, la neve chimica è una delle tante arme di distruzione di massa progettate dai potenti per tenerci sotto controllo. A seconda del complotto, si va dalla neve volutamente inquinata con nanoparticelle e veleni vari (per renderci sterili o per prendere il controllo delle nostre menti) a nevi completamente artificiali spruzzate per scopi ancora più loschi.
La moda complotto neve 2016-2017 quest’anno si concentra sulle nanoparticelle magnetiche. In un video divenuto, ahimé, virale, un illuminato signore ci mostra come sciogliendo della neve in un pentolino rimangono dei residui che sembrano essere attratti da una calamita. Con Juanne Pill di Redazione Montaigne abbiamo indagato, e troverete la nostra spiegazione al fenomeno della neve chimica nel video che trovate qui.
In realtà come ci sentirete dire nel video e come potete leggere più in basso, ci sono molti spunti interessanti e logicamente sensati che si possono trarre da questo semplice esperimento.
Premettiamo dicendo che non sappiamo dove è stato preso il campione, quanto era sporco il terreno, quanta terra è stata presa insieme alla neve e quanto vecchio fosse quel tegamino, tutti fattori che sicuramente influiscono su ciò che osserviamo. Prendiamo però per buono che la neve sia stata raccolta con attenzione e che non ci siano residui dovuti alla pentola nella poltiglia finale. Possiamo spiegarci quello che vediamo? La risposta purtroppo è sì.
Al di là di qualsiasi complotto, viviamo in un mondo fortemente inquinato. L’Agenzia europea per l’ambiente (Eaa) ha stimato che l’inquinamento atmosferico, in particolare le polveri sottili, sono responsabili di quasi 467.000 morti premature in Europa. Per darvi un’idea, è come se ogni anno – solo in Europa – sparissero tutti gli abitanti della provincia di Pisa (più qualcun altro dalle vicinanze), solo a causa delle schifezze che respira chi vive in città. Questo altissimo grado di inquinamento si ritrova ovviamente anche nelle precipitazioni che si portano dietro ciò che trovano nell’aria. Tralasciando gli inquinanti gassosi, come gli ossidi di azoto e di zolfo, quali sono gli inquinanti solidi che possiamo trovare analizzando l’aria che ci circonda?
Innanzi tutto ci sono le famose polveri sottili, formate da particelle che possono essere così piccole da arrivare fino agli alveoli polmonari, da dove non si muovono portando ad effetti dannosi per la salute. Si parte dalle PM10 (cioè particelle di diametro inferiore ai 10 micron, dieci millesimi di millimetro, più o meno il diametro di un globulo rosso) che si fermano alla faringe, per scendere fino alle PM1 che invece arrivano fino agli alveoli, portando ad un aumentato rischio tumorale.
Tra queste particelle, le nanoparticelle metalliche sono forse le più dannose e, oltre a essere tra i maggiori pericoli per le nostre opere d’arte, hanno la tendenza a accumularsi nel fegato e nei reni. Ma alcune nanoparticelle magnetiche, come quelle derivate dalla magnetite, un minerale a base di ferro utilizzato in molte applicazioni industriali, sono state ritrovate anche nel cervello di alcuni soggetti (vedi riferimenti).
Non ha davvero senso meravigliarsi quindi se fondendo la neve ci rimangono delle tracce di sporco e non c’è bisogno di gridare al complotto e al nuovo ordine mondiale. Basterebbe, come in ogni cosa, provare ad ascoltare chi ne sa più di noi e magari fare un po’ di sana autocritica. Ma ovviamente è molto più facile gridare alle scie chimiche che accettare il fatto che isole pedonali, targhe alternate e stop al traffico in fin dei conti non sono un’idea così malvagia.
Purtroppo non ho avuto modo di provare questo esperimento di persona, ma lo terrò in conto per la prossima nevicata! In realtà credo sia una esperienza che potrebbe essere interessante anche dal punto di vista didattico alle scuole medie e superiori. Oltre ad essere una esperienza semplice, sicura ed economica, permetterebbe agli studenti di riflettere su molti concetti importanti, quali passaggi di stato, soluzioni e il ciclo dell’acqua, ma anche di fare educazione ambientale davvero, facendo vedere come l’inquinamento non è solo una bella parola da utilizzare per sentirsi intelligenti nei salottini, ma un problema reale che va combattuto. Se siete insegnanti e pensate di fare una prova con la vostra classe, fatemi sapere com’è andata!
Riferimenti:
Inquinamento, le particelle magnetiche che arrivano nel cervello